Con il prevedibile, grande e meritato
successo è tornata al Teatro dell'Opera la GISELLE
allestita 2 anni fa da Carla Fracci. Non mi ripeterò nel
magnificare questa edizione di cui ho già ampiamente
parlato ed a cui la nostra stella ha conferito tutte le
grazie della versione originale del 1841 che consacrò la
fama di Carlotta Grisi. Sempre bellissimi l'allestimento
con le scene ed i costumi di Anna Anni, perfetto il
corpo di ballo ed i solisti in tutti i ruoli ed
assolutamente all'altezza del compito la nuova coppia di
protagonisti ospiti: i russi Svetlana Lunkina (già
ospite della compagnia per Il Lago dei Cigni) e Yuri
Vyskubenko.
Devo dire tuttavia che ho trovato la
Lunkina, bella e perfetta di tecnica, meno aderente al
personaggio di quando impersonò Odette/Odile; la sua
Giselle è toccante nel secondo atto mentre mi è apparsa
un po' troppo altera e distaccata nel primo, specie
nella scena della pazzia, così interiorizzata da non
giustificare quasi un collasso da crepacuore!
Giustamente aristocratica e rigorosa è
stata la Myrta di Gaia Straccamore e come sempre
calzante ed espressivo Manuel Parruccini nel ruolo di
Hilarion; da menzionare anche la prestazione nel passo a
due della vendemmia di Riccardo Di Cosmo e Michela
Fontanini, una ballerina quest'ultima di grande finezza
e del tutto in linea con lo stile romantico
ottocentesco. Per l'Orchestra era finalmente sul podio
un direttore quale David Coleman, un maestro esperto
nelle cose di danza!

Passando da un colle all'altro della
Città Eterna, lasciamo il Viminale per l'Aventino dove è
stata celebrata la riapertura, dopo un accurato
restauro, dell'elegante teatrino ricavato anni or sono
all'interno dell'Accademia Nazionale di Danza, adesso
intitolato alla sua fondatrice Jia Ruskaja. Per
l'occasione l'attuale direttrice Margherita Parrilla ha
allestito un godibile spettacolo tutto dedicato al tango
di Astor Piazzola, TANGO.IT; gli allievi dei vari corsi
si sono ottimamente destreggiati in alcune piccole
coreografie elaborate da Brunella Vidau, Joseph Fontano,
Ricky Bonavita e Adriana Borriello, tutti lavori di
pregevole fattura.
E' auspicabile per il futuro che sempre
più le attività dell'A.N.D. siano aperte al pubblico per
una maggiore visibilità dei giovani studenti ed un loro
inserimento nel mondo della professione.
Anche l'Accademia Filarmonica Romana
prosegue con i suoi spettacoli di danza al Teatro
Olimpico; grande interesse c'è stato per un gruppo di
solisti del New York City Ballet che hanno logicamente
presentato alcune coreografie di George Balanchine.
APOLLO, la versione ridotta dal Balanchine stesso del
precedente "Apollon Musagète", 1928, senza prologo né
epilogo, ha avuto in Wendy Whelan e Nikolaj Hubbe
interpreti perfetti sotto tutti i punti, di apollinea
bellezza e classica, anzi neoclassica, eleganza. Meno
convincenti in verità per rapidità e scioltezza,
rispetto ad altri artisti della stessa compagnia visti
in passato, Miranda Weese e Charles Askegard in
TCHAIKOWSKY PAS DE DEUX e Megan Fairchild e Tom Gold in
TARANTELLA, due pezzi brillanti e caleidoscopici come
fuochi d'artificio; affascinante l'assolo della Whelan,
PAVANE, sull'omonima musica di Ravel, ma un po'
pasticciato invece l'insieme di alcuni brani da WHO
CARES? posto a chiusura della serata, una serata
comunque di alto livello.
Alberto Cervi
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