Da CIAIKOWSKIJ a GRIEG
Sono andati in scena
ultimamente altri due begli spettacoli del Balletto
dell’Opera di Roma che, sotto la direzione della signora
Fracci, ha acquisito oramai tutto il carisma di una
compagnia di gran classe e valore.
La
Bella Addormentata nel Bosco
,
una delle migliori produzioni degli ultimi anni, è stata
ripresa per alcune repliche che hanno visto alternarsi
nei ruoli dei protagonisti diversi ballerini di grande
tempra. Oltre alle stella di casa, Laura Comi affiancata
stavolta da Thomas Edur del English National Ballet, due
artisti affidabili e di ottima scuola, ha debuttato in
Italia una coppia di giovani interpreti provenienti dal
New York City Ballet. Ashlley Bouder, nel ruolo di
Aurora, ha sorpreso non poco per le sue strabilianti
doti fisiche e tecniche; padrona della scena ed
estremamente sicura di sé, dei suoi equilibri, dei suoi
sostenuti e della forza dei suoi muscoli, ella dona
della giovane principessina un’immagine quanto mai
energetica ed esuberante che può anche colpire per la
carica di simpatia, ma che l’induce altresì a strafare
rischiando clamorosi falli! Più contenuto e contegnoso
era invece il Florimondo del suo collega americano Jared
Angle. Lo spettacolo nell’insieme è sempre molto
godibile; tutti gli interpreti sono all’altezza delle
loro parti, curati e precisi, ed il corpo di ballo
dimostra di possedere lo stile giusto per un tale
balletto del repertorio accademico; spiace solo vedere
la scena del terzo atto un po’ sguarnita, il
bell’allestimento di Aldo Buti appare un po’ freddino, i
ballerini nei loro algidi costumi sembrano lontani dal
tripudio della grande festa di nozze!
L’altro notevole
spettacolo è consistito in una novità assoluta,
Peer Gynt,
un balletto narrativo come appunto quelli di una volta,
ma fresco di conio, moderno, in linea con la danza
contemporanea seppur con vocabolario classico. Ne è
stato artefice Renato Zanella, talentoso coreografo
italiano che per oltre un decennio ha diretto il
Balletto dell’Opera di Vienna, chiamato con felice
intuito da Beppe Menegatti a lavorare per la compagine
romana. Egli ha creato un lavoro valido ed interessante
assumendosi il non facile compito di tradurre in danza
le avventure di un personaggio tutto sommato sgradevole
come questo eroe nato dalla penna di Ibsen. Un eroe
negativo, un ribelle, un avventuriero soprattutto, che
per il troppo volere finisce con un pugno di mosche in
mano, consolato forse dall’amore di Solveig, l’unica
donna che ha avuto la forza di aspettarlo. Nel corso di
tre atti ci sono presentate le tre fasi della vita di
Peer, i suoi amori, i crimini, i viaggi, interpretate da
alcuni dei migliori elementi della compagnia: Sara Loro,
Solveig e Cristina Saso, la sposa violata, per non dire
della Fracci, energica vecchia madre, e del Marozzi in
un personaggio simbolo che adombra il Destino. L’aver
affidato a tre interpreti diversi le tre diverse età del
protagonista nuoce un po’ a mio giudizio all’uniformità
dell’opera, ma non si discute la bravura di Alessio
Carbone nei panni di un Gynt giovane, molto
mediterraneo, né l’autorevolezza di Alessandro Molin, il
Gynt maturo; non era il caso però di scomodare, per
vestire i panni del Gynt anziano, Egon Madsen, gran
ballerino di un tempo che fu. Modesta ed apparentemente
al risparmio la scenografia di Cristian Biasci che su di
una tanto grande ribalta avrebbe potuto concedere
qualcosa di più allo sguardo, specie nel raffigurare i
grandi viaggi esotici. La sublime musica di Eduard Grieg
era ottimamente diretta dall’americano Peter Tiboris.
Per motivi tecnici,
viene invece rimandata all’aprile del 2008 l’andata in
scena del previsto nuovo allestimento de La Figlia
del Danubio, all’interno della nuova stagione di
danza del Balletto dell’Opera di Roma, che si presenta
come la più ricca ed interessante da molti anni a questa
parte. Sulla ribalta del Teatro Nazionale si vedranno,
oltre al succitato balletto, un altro classico dell’800,
La Sonnambula, ricostruita da Fredy Franzutti
sulla musica originale di Ferdinand Hérold, due novità
contemporanee, Monumento per Gesualdo, di Luca
Veggetti su musica di Gesualdo da Venosa, e Le Balcon
de Jean Genet, creato da Luciano Cannito con musiche
di Darius Milhaud, due lavori di Nijinsky, L’après
Midi d’un Faune e Jeux, e due di Balanchine,
La Chatte e Apollon Musagéte, riuniti
insieme in una serata dedicata al primo Novecento,
nonché il delizioso Pinocchio di Fabrizio
Monteverde interpretato dagli allievi della Scuola di
Danza. Nella sede storica del Costanzi torneranno i
grandi classici con le riprese de Il Lago dei Cigni
e de Lo Schiaccianoci, una nuova produzione
di Raymonda e la ricostruzione de Il Corsaro,
balletto del 1856, mai visto a Roma nella sua
versione integrale; sarà ripresa la Serata
Ricasso-Miassin che tanto successo ha avuto nella
precedente stagione, e se ne aggiungerà un’altra,
dedicata al De Chirico scenografo, composta dalla
ripresa di quattro piccoli balletti di grande interesse:
La Giara su musica di Casella, che va ricordato
anche per essere stato il primo balletto in assoluto
danzato dal corpo di ballo dell’Opera nel 1928, l’Apollon
Musagéte in una dimenticata versione di Serge Lifar
del 1956, Le Bal, riportato recentemente in vita,
e Bacchus et Ariane, su musica di Albert Roussel
e coreografia di Lifar, ma che il pubblico romano ebbe
occasione di vedere una sola volta nel 1957 in una
versione di Aurelio Milloss. In estate sul palco delle
Terme di Caracalla sarà ripresa la magnifica edizione di
Giselle curata dalla signora Fracci, confermata
alla guida della Compagnia. Il Balletto dell’Opera di
Parigi, sempre sotto la direzione di Brigitte Lèfevre,
presenta un nuovo cartellone che privilegia le
coreografie del novecento e di autori contemporanei, non
senza polemiche, dato lo scarso peso riservato al
repertorio più tradizionale. Dopo un inizio con Cime
Tempestose, recente creazione del coreografo Kader
Belarbi, e Romeo e Giulietta in nuova versione di
Sacha Waltz su musica di Berlioz, ci saranno ancora
lavori di Preljocaj, Il Sogno di Medea, Pina
Bausch, Orfeo ed Euridice, Le Riche, Caligola,
Balanchine, I Quattro Temperamenti, Forsythe,
Artifact, Mats Ek, La Casa di Bernarda,
Carolyn Crlson, Segni, e Neumeier, La Dama
delle Camelie. Unici classici ottocenteschi, ma in
ricostruzioni recenti, Raymonda e Lo
Schiaccianoci, versione Nureyev e Paquita
riportata alla luce da Pierre Lacotte. Anche i parigini
vedranno Il Corsaro nella versione integrale, ma
verrà loro offerto dal Balletto del Teatro Bolscioi di
Mosca!
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