Invito alla Danza
Sono
due le rassegne che da anni
caratterizzano l’Estate Romana della
Danza:
Itali@rte, dedicata alle
compagnie nazionali, dalle Alpi al
Lilibeo, ed
Invito alla Danza che
tradizionalmente allarga il suo
orizzonte alle formazioni estere.
Quest’ultima,
inserita col suo gran teatro
all’aperto nella magnifica cornice
del parco di Villa Doria Pamphilj,
alterna, purtroppo spesso,
spettacoli ed interpreti di gran
qualità a presenze di secondo piano
se non addirittura scadenti, non
certo degne di una manifestazione
posta sotto l’egida di Roma
Capitale, in particolare proprio in
riferimento all’offerta
internazionale! Possiamo accettare
di vedere con piacere l’esibizione
di alcuni ballerini dell’Opera di
Parigi, ma ci domandiamo perché mai
non si inviti quella prestigiosa
compagnia e ci si propini invece un
Balletto del Teatro dell’Opera della
Macedonia, per giunta con un
allestimento del
Don Chisciotte degno forse di
una sagra paesana?
Bene la
Cassadra di Luciano Cannito, già
vista ed apprezzata varie volte, e
l’onnipresente Aterballetto, ma
basta con i soliti flamenchi e
tanghi di giro, tarante e danze
folcloristiche fatte per altri
palcoscenici.
Da vedere la novità assoluta
della Compagnia di Mvula Sungani, il
coreografo di padre africano, che ha
imbastito un lavoro avente come filo
conduttore la negritudine:
Italia, la mia Africa, con
musica dal vivo eseguita dal gruppo
“La Paranza”; un balletto grosso
modo astratto ma con frequenti
riferimenti alle due culture che ne
costituiscono il substrato. Ne
risulta una inedita ed interessante
contaminazione fra tammuriate del
nostro meridione e ritmi più tipici
del continente nero; del resto la
creatività del Sungani sembra avere
come punto di riferimento proprio
quei coreografi di colore americani,
quali Limòn ed Ailey, che
elaborarono una danza frutto di
esperienze di due continenti
diversi.
due gradevoli ritorni: l’Astra Roma
Ballet con il gustosissimo
Aladino 2010 di Daniela Megna e
Diana Ferrara, quest’ultima ormai
sempre più impegnata anche come
coreografa nella preparazione di un
prossimo nuovo spettacolo di grande
impatto, e poi la Compagnia del
Teatro Greco che ha rispolverato
Odysseus, una produzione
multimediale ispirata al poema di
Omero che è stato uno dei maggiori
successi di Renato Greco e Maria
Teresa Dal Medico
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L’altra rassegna, curata come sempre
da Mediascena, si è quest’anno
divisa fra il tradizionale giardino
dell’Istituto Nazionale di Studi
Romani, che affaccia sulla romantica
piazza dei Cavalieri di Malta
all’Aventino, e la nuova ribalta
presso il Centro Culturale
intitolato ad Elsa Morante, di
recente aperto nella periferia
sud-occidentale della città. Qui ho
avuto l’occasione di rivedere
l’Ariston Proballet di Sanremo in
una nuova produzione su musica rock
intitolata
People, coreografata a 4 mani
dal suo direttore Marcello Algeri e
da Joseph Albano. Una creazione non
straordinaria, ma un balletto del
genere concertante di onesta fattura
ed eseguito con professionalità da
questo piccolo gruppo, corretto ed
affiatato, che comunque presenta
sempre un onorevole livello
qualitativo.
Non altrettanto purtroppo
possiamo dire per la Florence Dance
Company ed il suo
Quattro Maggiore un balletto
concepito sulle sfruttatissime
musiche di Vivaldi per le 4
Stagioni. La cosa più interessante
di questa produzione era
l’allestimento scenico concepito
sull’opera grafica astratta di un
artista, Adi Da Samraj, che ha
disegnato i vari pannelli che
facevano da fondale con colori
pastello in armonia al fluire delle
stagioni; tinte che erano poi anche
alla base degli eleganti costumi.
Ciò che mancava tuttavia era un vero
impianto coreografo, autore Keith
Ferrone, capace di costruire
qualcosa che non sembrasse un
semplice
insieme di esercizi da saggio
scolastico, mentre i giovani
interpreti, chiamati ad esibirsi in
un insieme di passi di pura tecnica
accademica, troppo spesso davano
l’impressione di un mero
dilettantismo, ancorché di buona
fattura.
Musiche di Antonio Vivaldi,
ma non solo, erano anche alla base
della nuova creazione della
Compagnia Excursus di Ricky Bonavita,
autore di un testo,
Liaisons, ispirato al
celeberrimo romanzo epistolare di
Choderlos de Laclos, Le Relazioni
Pericolose.
Qui gli interpreti sono tutti
di grande spessore non solo tecnico,
il Bonavita è un maestro
della
danza contemporanea su base
accademica, ma in primo luogo sul
piano espressivo, a cominciare da
Marica Zannettino una Marchesa di
Merteuil di impressionante
incisività. Naturalmente la
complessa vicenda viene esposta nei
suoi episodi più salienti cui funge
da tessuto connettivo il personaggio
dello scrittore, interpretato dal
Bonavita stesso. Uno spettacolo
raffinato che sarà un piacere
rivedere prossimamente al chiuso,
allorché potrà usufruire come
scenografia delle proiezioni video
di Valeria Guarcini!
Da segnalare infine due
gradevoli ritorni: l’Astra Roma
Ballet con il gustosissimo
Aladino 2010 di Daniela Megna e
Diana Ferrara, quest’ultima ormai
sempre più impegnata anche come
coreografa nella preparazione di un
prossimo nuovo spettacolo di grande
impatto, e poi la Compagnia del
Teatro Greco che ha rispolverato
Odysseus,
una produzione multimediale ispirata
al poema di Omero che è stato uno
dei maggiori successi di Renato
Greco e Maria Teresa Dal Medico
degli ultimi anni e che ora,
allestita all’aperto fra i resti dei
Fori Imperiali, ha assunto una
valenza più spettacolare e turistica
a scapito dei valori intimisti ed
espressivi che pur caratterizzano il
lavoro. Ottimi comunque gli
interpreti a cominciare dal
protagonista Franco Favaro con
Federica Fazioli.
Giunge come un fulmine a ciel sereno
la notizia della sostituzione di
Paola Jorio alla Direzione della
Scuola di Danza del Teatro
dell’Opera di Roma, sostituzione
ingiustificata dati gli straordinari
risultati raggiunti negli ultimi 15
anni dagli allievi di via Ozieri; il
suo incarico viene ora affidato all’etoile
Laura Comi, persona seria e
competentissima che ci auguriamo
voglia proseguire l’ottimo lavoro
della Jorio e se possibile ottenere
risultati ancora migliori per quella
che oggi è senza dubbio la migliore
scuola di danza in Italia!
Il Balletto dell’Opera di Parigi
apre la sua stagione 2011/12 con una
novità assoluta del russo Alexei
Ratmanski sulla
Psiche di Frank, abbinata alla
Fedra di Lifar/Auric; seguirà la
ricostruzione da parte di uno dei
ballerini “etoile” della compagnia,
Jean Guillaume Bart, di un lavoro
del 1866, scomparso dal repertorio,
La Source (la sorgente) con
musiche di Delibes e Minkus, un
balletto di ambiente esotico,
tardoromantico,. Numerosi i balletti
a serata intera dei grandi
coreografi del ‘900:
Cenerentola versione Nureyev/Prokofiev,
Onieghin di
Cranko/Ciaikowski,
Orfeo ed Euridice di Bausch/Gluck,
Manon di Macmillan/Massenet e
La Fille mal gardée di Ashton/Hérold;
né mancheranno alcune creazioni di
maestri contemporanei quali
L’appartamento di Mats Ek,
abbinato a
Dances at a Gathering di Jerome
Robbins ed un
Romeo e Giulietta di Sasha Waltz
sulle musiche di Berlioz. Compagnie
ospiti: il Balletto Reale di
Danimarca con
Napoli di Bournonville ed il
Tokio Ballet con
Kabuki di Béjart.