CD duo Tozzi Laberer
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN CD CHE APPARTIENE ALLA STORIA, IN VENDITA
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Si può ordinare inviando Euro 20,00 sul c/c n. 14644009 indirizzato a:
Il Mondo della Musica - Via Flaminia Nuova, 241 - 00191 Roma


Il CD contiene:

Helmut Laberer
1. KLANGBILDER Quadri Sonori (versione per orchestra) Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks - Maria Elisa Tozzi & Helmut Laberer - Pianoforte e Percussione
2. FANTASIA ELPANA - Pianoforte e Percussione

Virgilio Mortari
3. MAGIE PER MARIA ELISA - Maria Elisa Tozzi & Helmut Laberer
4. RICREAZIONI - Pianoforte e 4 percussioni
5. INCANTESIMO - 2 pianoforti e 5 percussioni

Helmut Laberer
6. KLANGBILDER (Quadri Sonori) - Pianoforte e Percussioni


 



 


PUCCINI - GIORDANO - MASCAGNI
Musica per pianoforte

Marco Sollini (Pianoforte)
BONGIOVANNI GB 5100-2 DDD T.T. 65'15"
Giudizio: buono-ottimo


C'è
chi insabbia nelle secche del grande repertorio, con la concorrenza delle grandi case discografiche e delle grandi associazioni da concerto, c'è chi invece - e sono davvero delle mosche bianche - va a conquistarsi sul terreno musicale un suo spazio originale, autonomo. E' il caso del giovane ma valente Marco Sollini che, dopo aver inciso un CD - ascoltate bene - di musiche pianistiche di Leoncavallo, prosegue ora il suo itinerario turistico-musicale tra le pagine pianistiche dei grandi operisti italiani con la terna Puccini (nientemeno), Mascagni e Giordano. E non mancano le sorprese, come ad esempio per Puccini il Piccolo valzer che apre il CD, pagina che rimanda inaspettatamente all'aria di Musetta ne La Bohème ("Quando me n'vo"), il giovanile Adagio degli anni di Conservatorio milanese, la Scossa elettrica per festeggiare la celebrazione del primo centenario della pila di Volta (1896) o la concessione alla danza d'inizio secolo col Piccolo Tango, americano. E che dire poi dei bozzetti lirico-descrittivi del Mascagni di Sulle Rive di Chiaia, il celebre Intermezzo che diventerà la amonima pagina di "Cavalleria rusticana", Pifferaia di Natale, La gavotta delle bambole, La prima bagnante o la Visione lirica ispirata alla Santa Teresa del Bernini? Non meno inattese giungono le pagine di Giordano tra cui Nel deserto, Natale dei bambini, Organetto di Barberia, taluni per il film "Fedora" con Nazzari e la Ferida, o la sigla del giornale radio del 1943 negli anni difficili della guerra. Come dire piccoli ninnoli musicali per un giovane interprete intelligente.



FRANZ LISZT

PIANISTA GIUSY CARUSO

Dopo una lettura di Dante

Legende S.Francesco D'Assisi e S.Francesco di Paola

Armonie poetiche religiose

Ave Verum 

 


CAMBISSA - CHOPIN- SCHUMANN - MIRT - BUSONI
Libero Lana (Violoncello Roberto Repini (Pianoforte)
AUDIO ARS STUDIO

Giorgio Cambissa è nato a Bodio in Svizzera il 17/05/l921 ed è scomparso a Muravera (CA) il 29/06/98. Ha studiato composizione con Hnatiszyn, Levi e Ghedini ed ha seguito corsi di direzione d'orchestra tenuti da Guarnieri, Zecchi, Von Karajan e Celibidache. Si è laureato in Lettere a Pavia con una tesi in Storia della Musica. Ha svolto inizialmente attività di compositore e di Maestro sostituto in teatro e, successivamente, anche di direttore d'orchestra in Italia e all'estero, collaborando con celebri solisti quali Backaus, Gieseking, Grumiaux; Cortot, Géza Anda ed altri. Ha insegnato nei Conservatori di Musica di Trieste, Genova, Parma e Milano ed ha pubblicato due testi didattici: "Armonia complementare" e "Elementi di analisi formale" (Ed. Ciglia, Genova 1957). Dal 1962 al 1979 è stato Direttore del Conservatorio di Musica di Bolzano e Direttore Artistico della Società dei Concerti e del Concorso Pianistico internazionale "Ferruccio Busoni" di quella città. Ha anche fatto parte, come Presidente o membro, di giurie di altri importanti concorsi nazionali ed internazionali. Dal 1980 al 1989 ha diretto il Conservatorio di "S. Cecilia" in Roma. Ha fatto parte di quasi tutte le commissioni per le riforme dei Conservatori ed ha effettuato numerose missioni ministeriali anche all'estero. Su invito di Autorità Accademiche e di altre Istituzioni straniere ha visitato diverse scuole superiori di musica in Giappone, Corea del Sud, Finlandia e Gran Bretagna. Gli sono state conferite la Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte e l'onorificenza di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica. E' stato membro effettivo e Consigliere dell'Accademia Nazionale di S. Cecilia. Socio della SIAE e membro della commissione musica della medesima. Sue composizioni hanno ottenuto premi e riconoscimenti vari, tra i quali il Primo Premio al Concorso internazionale "Regina Elisabetta" del Belgio" nel 1961. Il suo concerto per Trio e Orchestra è stato eseguito per la prima volta alla Scala dal Trio di Trieste, cui è dedicato, sotto la direzione, di André Cluytens.

Le sue composizioni, in prevalenza per orchestra, si distinguono per la tersa scrittura e il vigile senso costruttivo; Scrisse inoltre liriche, composizioni per pianoforte, trio e quartetto. Il Concerto Breve per violoncello e orchestra (1962) mentre, per quanto riguarda la natura del linguaggio melodico-armonico, offre una moderna ed originale soluzione di sintesi degli elementi del diatonismo e del cromatismo nell'impianto formale, ordinato in tre tempi, riflette tuttavia i principi generali della concezione classica. Alla netta impostazione del primo tempo, il secondo, Largo, oppone una continua libertà discorsiva. L'ultimo tempo, Vivace, si svolge nel moto ritmico fluido e rotante quasi una antica "giga".

Libero Lana - violoncello (Trieste 1921-1989) Libero Lana è stato in giovanissima età uno dei fondatori dél Trio di Trieste con il quale ebbe un lungo sodalizio conclusosi per insuperabili divergenze. Con il Trio ha suonato nelle maggiori sedi musicali e teatri d'Europa, Stati Uniti e Canada ed inciso dischi per La Voce del Padrone, Decca e Deutsche Grammophon. Dal 1962, per più di due anni s'impegnò in uno studio rigoroso ed appassionato per realizzare un repertorio di Duo violoncello - pianoforte e solistico che spaziava da Bach ai compositori contemporanei. Con il pianista Lodovico Lessona, suo primo collaboratore, ottenne immediati riconoscimenti. A questo Duo si unì, in formazione di Trio, saltuariamente, un amico carissimo di entrambi, il violinista Salvatore Accardo, per effettuare concerti sia da camera sia con orchestra (La Scala - direttore Sawallisch - in una delle esecuzioni del Triplo di Beethoven) oppure nei ripetuti concerti del Doppio di Brahms (Comunale di Firenze direttore R. Muti). Purtroppo nel 1972, in un incidente aereo, alla fine di una tournée in Bulgaria, perse la vita Lodovico Lessona. Lo sostituì Roberto Repini. Il Duo fu più volte invitato alla Società del Quartetto di Milano e nelle più note associazioni italiane. Libero Lana si esibì inoltre in tutti i teatri italiani, in Germania, in Slovenia e Croazia con prestigiosi direttori: S. Celibidache, G. Ferro, E. lnbal, K. Sanderling, M. Rossi, H. Albert, M. Pradella, Okko Kamu, Paul Paray, Antal Donati, N. Sanzogno, A. Markonski, E. Muti, Sawallisch ed altri, ottenendo recensioni chiaramente positive da critici stranieri ed italiani quali Massimo Mila, Franco Abbiati, D. Courir, G. Viozzi, G. Cori, C. Gherbitz e fra le tante altre citazioni lusinghiere da menzionare quanto scrisse Mario Messinis - Il Gazzettino del 7/3/1966 - "Un bel concerto ieri pomeriggio al Teatro La Fenice vivificato dalla presenza di due cospicue personalità musicali. Libero Lana, il celebre violoncellista del Trio di Trieste, suonava, per la prima volta alla Fenice, da quando ha lasciato i suoi compagni di complesso, per dedicarsi alla sola attività solistica. Che Lana fosse, specie in questi ultimi anni, in costante ascesa, l'avevamo notato altre volte: ma forse mai come ieri la sua superba natura interpretativa si è imposta con altrettanta evidenza. Il concerto di Dvorak viveva nel nostro ricordo come un qualsiasi pezzo di bravura, affidato alla memoria di esecuzioni prestigiose di un Piatigorski odi un Rostropovich. A riascoltarlo ieri ci è sembrato una cosa affatto nuova; ossia Lana, da quel grande musicista che è, ci ha dimostrato che ci possono essere anche altre strade per realizzare una partitura così sontuosa. E' la via maestra del rigore stilistico, con il più radicale rifiuto di tutti gli allettamenti virtuosistici. Cosi le stremate sottigliezze di suono, come gli assalti impetuosi e risentiti, tutte le esibizioni del più spericolato strumentalismo (talvolta anche assai stucchevoli, specie in Piatigoski) hanno ceduto il passo ad una visione globale e più aggiornata con una sostenutezza che oseremmo dire brahmsiana. Versione d'altra parte plausibilissima, ove si pensi che questo concerto di Dvorak sta a mezzo, tra suggestioni strumentali appunto brahmsiane, e una facilità di altro carattere accogliente le seduzioni del folclore boemo. Ne e' uscita cosi una interpretazione di sovrana penetrazione musicale, sorretta da una tensione di suono stupenda, impeccabile nella sorvegliata distensione del canto (si ricordi l'adagio) come nella precisione dei passi di arduo impegno tecnico." Nel 1966 gli fu assegnato all'unanimità, da una qualificata giuria di critici musicali, il Premio "Diapason" con la seguente motivazione: "A Libero Lana violoncellista che ha raggiunto un alto livello tecnico e perfezionata la sua sensibilità fino a divenire uno dei maggiori virtuosi dello strumento e ad affermarsi in tutti i paesi". Insegnò a Bolzano Musica da Camera e a Trieste violoncello. Più volte in giuria al Concorso Internazionale per violoncello "Gaspar Cassado"' con Pierre Fournier e Mstislav Rostropovich.

Roberto Repini - pianoforte (Trieste 1937) Ha iniziato nel 1957 un'attività concertistica che lo ha portato con il Trio Pro Musica, l'Ensemble di Venezia e con il violoncellista Libero Lana in tutta Europa. Ha vinto in Duo e Trio importanti concorsi nazionali ed internazionali. Ha fatto parte di giurie in concorsi di pianoforte e di musica da camera ed ha tenuto seminari su problemi didattico-interpretativi. Nel 1984 ha fondato l'Associazione Continuum Musicale organizzando cicli di concerti e promovendo una scuola di perfezionamento di Musica da camera di cui e' stato uno dei docenti. Ha insegnato pianoforte principale al Conservatorio "G. Tartini" di Trieste e dal 1986 al 1996, ha diretto la Scuola di Musica "Pietro Edo" di Pordenone.

Fryderyk Chopin (1810 - 1849) La sonata in sol minore op. 65 composta negli anni 1845-46 "può ben figurare accanto alle ultime composizioni dell'autore, in cui le vicende stilistiche rivelano una inquietante modernità" osserva il critico M. Messinis. E' indubbio che la veste pianistica non è spoglia di qualche impennata virtuosistica, ma essa, tuttavia, riesce a fondersi con l'eloquio generoso del violoncello. Certamente la densità del primo movimento fervoroso nei temi plastici e distaccati, la sua sviluppata architettura, la elaborata e incalzante discorsività del dialogo di mezzo si oppongono alla breve e nuda linearità del Largo, soffuso di candore melodico. Invece incisività ritmica e fluenza di canto si rilevano nello Scherzo. L'esaltante finale, a modo di rondò, scaturisce da idee di sicuro carattere, con una brillante partecipazione delle due voci strumentali contrapposte, anche in questo movimento, in equilibrati rapporti fonici.

Robert Schumann (1810 - 1856) Schumann compose il suo unico concerto op.129 in la minore per violoncello ed orchestra nell'autunno del 1850, in uno degli ultimi periodi di serenità della sua tormentata esistenza. Si tratta di una composizione che segue lo schema de] tradizionale concerto romantico anche se i tre movimenti consueti (allegro - adagio - allegro) si susseguono senza soluzione di continuità, così sottolineando ancora di più l'omogeneità dell'ispirazione. In tutto il concerto è il violoncello che prevale nettamente sull'orchestra e che ha modo di esprimere appieno le possibilità della sua voce e del suo colore, nella dolcezza delle sezioni cantabili come nei frequenti passaggi virtuosistici. Va detto tuttavia che è nei momenti più propriamente lirici che Schumann riesce a sfruttare al meglio la voce romanticissima dello strumento.

Alessandro Mirt (Trieste 1925) Di origine slavo-ungherese, A. Mirt iniziò con lo studio del pianoforte quindi della composizione con Giulio Viozzi, ma per la personale acquisizione dei metodi e l'originale sintesi degli indirizzi stilistici si considera un autodidatta. Numerose le sue composizioni: musica da camera per pianoforte, duo di pianoforte e strumenti a corda, a fiato, trio per fiati, quartetto, liriche, composizioni per orchestra da camera. A. Mirt non ha espresso il suo mondo poetico solo con la musica ma altresì con la pittura astratta e con la poesia. I due pezzi per violoncello e pianoforte scritti nel 1965, presentano una struttura atonale ma non dodecafonica con accenti modali. Al primo brano, di intonazione elegiaca segue il secondo di carattere vivace a tratti rapsodico che scopre le componenti etniche del linguaggio musicale dell'autore.

Ferruccio Busoni (Empoli 1866 - Berlino 1924) Ferruccio Busoni trascorse la sua prima infanzia a Trieste in casa della madre Anna Weiss, pianista, che tu la sua prima maestra. Proseguì gli studi a Graz e si esibì a dieci anni a Vienna ottenendo lusinghieri giudizi da critici autorevoli, qualificandosi, negli anni, il maggior pianista dopo Liszt. Fama che offuscò la sua notorietà di compositore che sta rivalutandosi nell'ultimo decennio. Apprezzato direttore d'orchestra, intensifica a Lipsia la sua produzione pianistica e liederistica, dedicandosi dal 1884 anche alla critica musicale sul giornale triestino "L'Indipendente" sotto lo pseudonimo di Bruno Fioresucci. Insegnante di pianoforte al Conservatorio ad Helsinki conosce e sposa la pianista e cantante Gerda Sistrand. E' docente al conservatorio di Mosca e dal 1891 al 1894 al Conservatorio di Boston. Soggiornò a lungo e ripetutamente a Berlino. Nel 1913 diviene direttore del Conservatorio di Bologna. Si ritirò quindi in Svizzera, a Zurigo. Scrisse alcune opere: Turandot, rappresentata a Milano alla Scala nella stagione 1961-62; Arlecchino e Il Dottor Faust messo in scena ultimamente al Festival di Salisburgo e in altri importanti teatri. Busoni ebbe una grande importanza per il rinnovamento della musica non solo nella produzione cameristica e strumentale, ma anche nel campo teatrale con un arricchimento armonico, sviluppo polifonico, ardite soluzioni ritmico timbriche di fondamentale importanza. La "Kleine Suite op. 23", risale al periodo giovanile dell'autore ed è un lavoro costruito secondo canoni classici, la cui evoluzione estetica del linguaggio, lo porterà a scrivere importanti composizioni quali la Fantasia Contrappuntistica nelle diverse versioni, la Sonatina seconda e le opere teatrali già citate.


NAPOLI IN CANTO
Canzoni napoletane

Minimo Ensemble
Daniela Del Monaco (contralto), Antonio Grande (chitarra)
OPUS III OPS 30-268 DDD T.T. 63' 56''
Giudizio: Buono


Se amate l'immortale e popolare canzone partenopea, ma non sopportate le troppo spesso fastidiose e realistiche interpretazioni da "bassi" napoletani, questo è il vostro CD. Infatti il contralto Daniela Del Monaco, voce da repertorio cameristico e segnatamente barocco come attestano le numerose collaborazioni con l'emergente ensemble specializzato della "Pietà dei Turchini" di Antonio Florio, ed il chitarrista Antonio Grande che trascrive le partiture per le sei corde del suo strumento, compiono amorevole opera di rimozione di ogni volgarità, eccesso e deviazione tardo-verista.
La canzone napoletana acquista così inattesamente in eleganza: dai mal frequentati fondi di Napoli entra nel salotto di Nonna.
Speranza di gozziana memoria. Tra le sorprese di tale rivoluzione copernicana A' vucchella, 'E spingule frangese, Torna a Surriento, l'immancabile 'O sole mio, I tevurria vasà eseguita in modo intimi, cameristici, quasi confidenziali. Dalla Napoli strilona ed a squarciagola alla oleografia della romanza da salotto.